ALEXANDRIA DE PALEA
Alessandria, situata, nella bella pianura bagnata dal Tanaro e dalla Bormida, si fondò con il supporto della Città di Genova e dei comuni della Lega Lombarda in contrasto con il Marchesato del Monferrato, principale alleato di Federico Barbarossa.
Ancora oggi è possibile ammirare all’interno della cupola della Cattedrale le maestose statue dei 24 patroni delle città della Lega Lombarda, di cui Alessandria faceva parte
Negli scritti del Barbarossa, Alessandria veniva infatti definita 'Alexandria de palea' e cioè Alessandria della palude. Da qui l'errore del termine 'palea' italianizzato in 'paglia' con cui la città viene definita ancora oggi.
Il nome Alessandria sarà assunto in onore di Papa Alessandro III, sostenitore delle azioni della Lega Lombarda contro il Sacro Romano Impero.
La nascita delle Ferrovie e l'incremento dei commerci nel Nord-Italia, alla fine dell'Ottocento, trasformarono Alessandria in uno dei punti nevralgici per il mercato italiano grazie soprattutto alla sua posizione, al centro di Torino, Milano e Genova.
Sicuramente da citare la celebre Cittadella di Alessandria costruita durante lo Stato sabaudo e passata in seguito alla sconfitta delle truppe piemontesi nella prima Campagna d'Italia sotto il dominio francese. La Cittadella di Alessandria era destinata a divenire la maggiore opera difensiva francese nella pianura padana. Dall'unificazione in poi la Cittadella di Alessandria perse lentamente importanza, nonostante i vari piani di difesa, l'opera non venne più ammodernata né rafforzata. La presenza costante di un presidio militare al suo interno, ne ha permesso la conservazione nel tempo e rimane l’unica fortezza europea ancora oggi inserita nel suo contesto ambientale originario!
Visitando Alessandria non passerà inosservato il maestoso Arco di Trionfo, un raro esempio di arco trionfale Settecentesco.
Ad Alessandria è nato anche Umberto Eco, uno dei massimi intellettuali contemporanei italiani, conosciuto in tutto il mondo.
Per deliziare il palato ad Alessandria ovviamente non mancano gustosi piatti locali, tramandati da una forte tradizione. Per citarne alcuni: il bagnet verd, salsa verde con cui si accompagna il bollito misto; la bagna caöda, salsa a base di aglio e acciughe da mangiare come condimento ad un gran numero di verdure crude; i tipici agnolotti, spesso serviti con una grattata di tartufo, elemento principe della cucina locale.
Vi lascio come sempre alla lettura della mia “A” sperando di accompagnarvi metaforicamente tra le viuzze di questa importante città piemontese.
..Sempre in punta di pennino
Tristano Bosi
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